LE PERLE DELLA MESOPOTAMIA
ŞIRINCE
Questa cittadina situata a 83 km distanza da Izmir, nel XIX secolo era una città greca di 1800 famiglie, famosa soprattutto per la produzione di fichi per l'esportazione. Con lo scambio di popolazioni tra Grecia e Turchia nel 1923, la popolazione greca fu costretta ad abbandonare il villaggio e in gran parte si trasferì in un paese nella Grecia settentrionale (che chiamarono Nea Ephesos, ossia "Nuova Efeso"). Sirinçe fu quindi colonizzata dai profughi dei villaggi di Müştiyan (Moustheni) e Somokol (Domatia) di Kavala. L’antico villaggio di montagna, con graziose case in pietra, stucco e legno e una lunga tradizione nella produzione del vino, è oggi una rinomata località turistica turca e internazionale. Ha conservato la sua incantevole architettura tradizionale e molte case sono state restaurate e trasformate in boutique hotel.
EFESO
Efeso è stata una delle più importanti città del mondo antico e oggi è uno dei più noti siti archeologici del Mediterraneo, riconosciuta dall'UNESCO come patrimonio mondiale dell'umanità. Affermatasi come importante e ricco centro commerciale al confine tra occidente e oriente, dal 129 a.C. divenne la capitale della provincia romana dell'Asia Minore. Tra le sue rovine sono degne di nota quelle del Teatro, del piccolo tempio di Adriano, della Biblioteca di Celso e dei numerosi stabilimenti di bagni pubblici. La Biblioteca di Celso rappresenta uno degli edifici più spettacolari di Efeso; fu costruita dal console Gaio Giulio nel 117 d.C. in onore di suo padre Tiberio Giulio Celso Polemeano, illustre personaggio che ricoprì tutte le cariche previste dal cursus honorum romano, compresa quella di proconsole dell'Asia Minore. Ridotte a una singola colonna sono invece le testimonianze di quello che fu il più celebre monumento di Efeso e uno dei più grandi edifici del mondo antico: il tempio di Artemide, una delle sette meraviglie del mondo, raso definitivamente al suolo nel 401 per ordine di Giovanni Crisostomo, arcivescovo di Costantinopoli. Efeso è famosa anche per aver dato i natali ad Eraclito di Efeso, tra i maggiori filosofi presocratici.
La statua della grande Artemide
L'Artemide Efesia, conservata presso il Museo archeologico nazionale di Napoli, è una scultura raffigurante la dea Artemid risalente al II secolo d.C. La statua in alabastro giallo rappresenta l'immagine cultuale presente nel tempio di Artemide a Efeso. Dea della natura e dominatrice delle fiere, la statua è decorata con protomi di leoni, grifi, cavalli, tori, api, sfingi e fiori.
La Chiesa di San Giovanni e la Casa della Vergine
Secondo alcune fonti, l'apostolo Giovanni soggiornò ad Efeso e con lui ci sarebbe stata anche Maria. L'ipotesi non è accertata ed è negata da altre fonti. A Efeso, nel luogo considerato sede del sepolcro di Giovanni fu costruita nel VI secolo, sotto l'imperatore Giustiniano, una basilica della quale oggi rimangono solo tracce. Ad alcuni chilometri a sud di Efeso si trova una piccola cappella conosciuta come casa di Maria. Preceduta da un vestibolo, la piccola costruzione risale al IV secolo. Sono state trovate tracce di fondamenta risalenti probabilmente al I secolo.
APHRODISIAS
La piccola città di Aphrodisias si trova su un altopiano ad un'altitudine di circa 600 metri, nella valle del Meandro. La zona è stata spesso soggetta a terremoti. Dal 2017 il sito archeologico è stato riconosciuto patrimonio mondiale dell'umanità dall'UNESCO.
Fondata nel V secolo a.C., la città si sviluppò durante l'Impero Romano e divenne un importante centro d'arte, in particolare di scultura, tra il I secolo a.C. e il V secolo d.C. La sua fama è legata al tempio di Afrodite e alle cerimonie tenute in onore della dea. Il tempio di Afrodite è il più antico edificio in marmo della città. ll nome di Aphrodisias, con cui la città venne conosciuta in epoca ellenistica e romana, deriva proprio dalla dea a cui il tempio era dedicato. Con la diffusione del cristianesimo, il tempio venne modificato ed ampliato per trasformarsi in cattedrale. Dal VII secolo, la città abbandonò il nome Aphrodisias, che era associato al paganesimo, e sotto l'influenza del Cristianesimo fu ribattezzata Stavropolis (città della Croce). Durante l'impero bizantino, la regione iniziò ad essere identificata come Caria, sebbene fosse situata più nell'entroterra rispetto all'antica Caria.
Le prime notizie storiche di Aphrodisias risalgono alle monete cittadine coniate in bronzo e in argento nel II secolo a.C. Secondo lo storico Appiano di Alessandria, a seguito di un responso dell'oracolo di Apollo a Delfi, Silla inviò nell'82 a.C. al santuario di Afrodite una corona e una doppia ascia d'oro, che furono più tardi raffigurate sulle monete. Lo sviluppo della città si ebbe soprattutto in epoca imperiale romana: per la sua fedeltà ad Ottaviano nelle guerre civili, in seguito alle quali Ottaviano salì al potere come Augusto, le fu riconosciuta l'autonomia e vennero edificati importanti monumenti pubblici. Per tutto l'impero romano rimase un centro importante, sia per la presenza del santuario sia come centro di produzione artistica legato alle vicine cave di marmo (scuola di Afrodisia). Divenne famosa anche come centro culturale. Ad Aphrodisias nacquero lo scultore Aristea e il filosofo Alessandro di Aphrodisias.
PAMUKKALE
Pamukkale, che in turco significa "castello di cotone", è un sito naturale di straordinaria bellezza dove si possono ammirare le piscine naturali più spettacolari al mondo. Nelle vicinanze si trovano le rovine dell’antica città di Hierapolis, che fiorì nel periodo ellenistico, fondata intorno al 180 a.C. da Eumene II re di Pergamo proprio sul castello alla sommità di Pamukkale. Dal 1988, Pamukkale e Hierapolis sono annoverati tra i siti patrimonio mondiale dell'umanità dell'UNESCO. Le maestose terrazze bianche di Pamukkale, costituite da spessi strati bianchi di calcare e travertino lungo il pendio della montagna, devono la loro origine ai continui movimenti tettonici e ai forti terremoti a cui è sottoposta questa zona della Turchia. Il caratteristico colore bianco è dato dalla presenza di minerali come il gesso e il carbonato di calcio, che danno ai pendii l'aspetto di meravigliose cascate bianche pietrificate. Le acque termali che sgorgano in questo fantastico luogo hanno temperature comprese tra i 40 ed i 50° e diverse proprietà curative, conosciute da migliaia di anni.
KONYA
Importante città romana e bizantina, Konya è situata sulla strada che collegava Costantinopoli ad Antiochia. La fama di Konya è legata al fatto di avere ospitato Gialal al-Din Rumi, noto come Mevlana, poeta musulmano sunnita persiano vissuto nel XIII secolo, studioso, teologo e mistico sufi fondatore del movimento mistico dei Dervisci Danzanti. La sua influenza si è fatta sentire in molte nazioni diverse. Il suo patrimonio spirituale è stato abbracciato da iraniani, tagiki, turchi, greci, pashtun, musulmani dell'Asia centrale e musulmani dell'Asia meridionale, ed è stato apprezzato per oltre sette secoli. Le sue poesie sono state tradotte in diverse lingue del mondo.
IL CARAVANSERRAGLIO DI SULTANHANI
Il caravanserraglio di Sultanhani rappresenta una delle attrazioni turistiche più significative dell'Anatolia centrale, il più grande e meglio conservato caravanserraglio selgiuchide in Turchia. Costruito nel 1229 dal sultano selgiuchide Alaeddin Keykubad I, veniva utilizzato come area di sosta delle carovane che percorrevano la via della seta verso la Persia. Il suo ingresso monumentale, riccamente scolpito, si apre su un ampio cortile circondato da magazzini, stalle, cucina e camere in cui erano ospitati animali e persone. Una piccola moschea al centro del cortile veniva usata dai viaggiatori per le preghiere. Il cortile coperto, anch'esso con un ingresso monumentale, era utilizzato durante l'inverno. In condizioni meteorologiche avverse, sia i commercianti sia i loro cammelli potevano ripararsi all'interno per stare al caldo.
LA CAPPADOCIA
La Cappadocia si trova su un altopiano nella regione dell’Anatolia centrale. È un luogo unico al mondo dove natura e storia si sono integrate dando origine ad un paesaggio surreale e fiabesco, ricco di cavità e grotte, costellato di piramidi di origine vulcanica, i famosi «camini delle fate», e di villaggi rupestri dai colori straordinari, che vanno dal rosso all’oro, dal verde al grigio. La valle di Göreme, con le sue formazioni rocciose dalla bellezza mistica, dal 1985 è inserita nella lista dei siti patrimonio mondiale dell'umanità dell'UNESCO. La conformazione geologica della Cappadocia è unica al mondo ed è il risultato del dispiegarsi di forze naturali nel corso di millenni. Altrettanto unico è il suo patrimonio storico e culturale. L'origine delle piramidi di Göreme è dovuta all'erosione di rocce vulcaniche che si sono formate in seguito alle eruzioni di due vulcani circa 8 milioni di anni fa. Alcune di queste piramidi sono state scavate e abitate fin dal IV secolo a.C., prima rifugio di anacoreti, in seguito di eremiti cristiani e poi di intere popolazioni. In epoca bizantina, l'intera regione si è trasformata in uno straordinario universo rupestre con ben 365 edifici come chiese, cappelle, monasteri, alcuni dei quali internamente decorati con affreschi policromi. La Cappadocia fu terreno fertile per la diffusione del Cristianesimo, che prese impulso dalla vivace comunità cristiana di Antiochia in Siria. Le chiese della Cappadocia subirono gli sfregi del periodo iconoclasta della storia bizantina (725-843), e molte pitture parietali furono danneggiate in seguito al divieto di rappresentare figure sacre. La posizione geografica, a cavallo fra l'Asia minore e la Mesopotamia, ha fatto per secoli della Cappadocia un crocevia di rotte commerciali, punto di passaggio della Via della Seta, oltre che l'oggetto di ripetute invasioni di popoli stranieri.
ŞANLIURFA
Şanlıurfa, la "città dei profeti", nota anche come Urfa e con il suo antico nome Edessa, è un centro spirituale e meta di pellegrinaggio, luogo sacro per ebrei, cristiani e musulmani. Il luogo è legato alla memoria dei profeti Giobbe e Abramo. Ufficialmente, la città fu fondata nel IV secolo a.C. ma a seguito di alcuni ritrovamenti nelle zone circostanti si ritiene probabile che le origini siano molto più antiche, risalenti al 9000 a.C. Nel corso della storia, la città è stata conquistata ripetutamente e dominata da molte civiltà, tra cui Sumeri, Babilonesi, Assiri, Persiani, Romani, Bizantini e Arabi.
Il Balıklı göl, situato nel centro della città, è una piscina sacra ritenuta dai musulmani il luogo dove Abramo è stato gettato nel fuoco da Nimrod. Si narra che quando Abramo venne gettato nel fuoco, Dio intervenne e lo lanciò in aria facendolo atterrare proprio in questo punto. In quel momento le fiamme diventarono acqua e i tronchi bruciati si trasformarono in pesci. Ancora oggi il Balıklı göl è popolato di carpe che sono considerate sacre.
Negli ultimi anni, reperti archeologici portati alla luce a Şanlıurfa hanno fornito informazioni importanti sulla storia dell'umanità. La città ospita il Museo di Haleplibahçe, uno dei più grandi e preziosi musei della Turchia, composto da due sezioni principali, una dedicata ai mosaici e l'altra ai reperti archeologici. Uno degli oggetti più affascinanti esposti è una scultura di 9500 anni, la più antica scultura umana a grandezza naturale.
Nella sezione dei mosaici si può oggi ammirare l'antico mosaico di Orfeo, realizzato nel 194 d.C. Rinvenuto nel 1980, fu portato negli Stati Uniti con mezzi illegali. Dopo lunghe trattative diplomatiche, il prezioso mosaico è tornato a Şanlıurfa nel 2015.
GÖBEKLI TEPE
Göbekli Tepe, situato a circa 20 km a nord-est di Şanlıurfa, vicino al confine con la Siria, è un sito archeologico risalente alla fine del Neolitico o all'inizio del Mesolitico. Vi è stato rinvenuto uno tra i più antichi esempi di costruzione in pietra (si suppone un tempio) datato al X millennio a.C., quindi risalente come minimo a 11600 anni fa. La struttura del Göbekli Tepe è composta da decine di colonne monolitiche alte da quattro a cinque metri disposte lungo almeno 20 anelli concentrici. I pilastri del sito sono decorati con elaborati rilievi raffiguranti animali tra cui gazzelle, giaguari, asini selvatici e pecore selvatiche. Queste decorazioni hanno portato gli studiosi a considerare il sito come un vero e proprio luogo di culto, dove i devoti, probabilmente appartenenti a comunità diverse, si sarebbero riuniti per eseguire rituali. Gli scavi furono iniziati nel 1995 da una missione congiunta del museo di Şanlıurfa e dell'Istituto Archeologico Germanico. Per la sua unicità, il sito archeologico di Göbekli Tepe è stato riconosciuto Patrimonio Mondiale dell'Umanità dall'UNESCO nel 2018. Di recente (2021), gli scavi archeologici hanno portato alla luce un altro centro di culto non molto distante.
MARDIN
Mardin, situata sulla Via della Seta tra i fiumi Tigri e Eufrate, è uno dei più antichi insediamenti dell'Alta Mesopotamia. Nel corso della sua lunga storia è stata sotto il dominio di civiltà diverse, tra cui gli Assiri e gli Ittiti, fino alla conquista da parte dell'Impero Romano e poi dell'Impero Bizantino.
L'attenzione del visitatore è subito catturata dall'architettura originale delle case addossate al pendio della collina, tutte costruite in pietra calcarea color miele. Quando il sole della Mesopotamia si riflette sulle facciate delle case, la città si illumina di una meravigliosa luce calda e per questo Mardin è chiamata "la città del sole". Ospita moschee, chiese e monasteri ed altri edifici religiosi di grande valore storico e artistico.
Ulucami, situata nel centro di Mardin, è una delle più antiche moschee dell'Anatolia, costruita nel XII secolo. Il suo magnifico minareto impreziosisce lo skyline della città.
Il monastero siro-ortodosso di Deyrulzafaran, noto anche come "monastero dello zafferano" per via del colore giallo della pietra con cui è costruito, si erge sul sito di un tempio dedicato al dio del sole assiro Shamash, che fu poi convertito in castro dai Romani. Dopo che i Romani si ritirarono dalla fortezza, fu trasformato in monastero.
All'interno del monastero si possono ammirare antichi mosaici e sono conservate una Bibbia siriaca antica e una pietra sacra. Si narra che qui sia stata istituita la prima scuola di medicina. ll monastero ospita le tombe di 52 patriarchi assiri.
Mardin è famosa per la produzione di vino e la manifattura di gioielli artigianali realizzati in filigrana di argento, chiamati telkâri.
IL MONASTERO DEYRULZAFERAN
Il monastero Deyrulzafaran, noto anche come "monastero dello zafferano" per via del colore giallo della pietra con cui è costruito, si trova a poca distanza da Mardin. Costruito su un complesso utilizzato dagli Assiri come Tempio del Sole, dopo il XV secolo fu convertito in monastero. Oggi il Deyrulzafaran è uno dei centri religiosi importanti della Chiesa siriaca, visitato da numerosi fedeli sparsi in tutto il mondo. Il Monastero è la residenza del metropolita di Mardin.